Le Malghe del Baldo

Ultima modifica 8 marzo 2024

malga-colalunga

Inquadramento geografico

Posto all'estremita'  occidentale delle Prealpi Venete, il Monte Baldo e' costituito da una dorsale che si allunga parallela al Lago di Garda per quasi 40 km, tra la fascia tettonica benacense ad occidente e la Val d'Adige ad oriente e tra la piana di Caprino a meridione e la Valle di Loppio a settentrione.
Copre una superficie di circa 400 kmq, per un'altezza che va dai 65m delle sponde del lago ai 2218m di cima Valdritta.
Il versante orientale e' interrotto a meta'  dalla così detta sinclinale di Ferrara di Monte Baldo, che forma una sorta di altipiano, mentre quello occidentale, scende ripido verso il lago, interrotto solo dagli stretti pianori di Prada, S. Zeno di Montagna e Albisano. A scapito dell'origine del proprio nome (vald in tedesco significa foresta), il Monte Baldo con i suoi 3.800 Ha di pascolo, rappresenta la terza maggior realta'  alpicolturale del Veneto, dopo Lessinia e Altopiano dei 7 Comuni.
La vita e l'economia delle genti del Baldo sono sempre state strettamente legate all'attivita'  di alpeggio, ne e' testimonianza l'elevato n. di malghe, 52 tra pubbliche e private, presenti sul territorio.
L'art. 10 della L.R. 11/2001 incarica l'Unione Montana di provvedere alla consegna primaverile e alla riconsegna autunnale delle malghe pubbliche, intese come l'insieme dei fabbricati, dei pascoli e dei boschi e di predisporre i disciplinari contenenti le indicazioni necessarie alla salvaguardia dei prati e dei pascoli. L'Unione Montana del Baldo pertanto si occupa di fornire indicazioni gestionali a 19 malghe di proprieta'  comunale e precisamente:

Comune di Caprino

  • Malga Bergol
  • Malga Basiana
  • Malga Valfredda Crocetta
  • Malga Valfredda di Dentro
  • Malga Colonei di Caprino
  • Malga Colonei di Pesina
  • Malga Colalunga
  • Malga Valdabin
  • Malga Zilon

Comune di Ferrara di Monte Baldo

  • Malga Novezza
  • Malga Novezzina
  • Malga Prazzagano

Comune di Brentino Belluno

  • Malga Cerbiolo

Comune di Brenzone

  • Malga Brione, Zovello, Valloare, Trovaj
  • Malga Buse, Malmaor
  • Malga Valvaccara
  • Malga Pralongo

Comune di Malcesine

  • Malga Tratto Spino di Sotto
  • Malga Colma zocchi di Sopra e Tratto Spino di Sopra
  • Malga Colma Zocchi di Sotto

A causa del progressivo spopolamento della montagna e delle mutate condizioni economiche anche a livello di mercato (prezzo del latte), i pascoli del Baldo, negli ultimi 50 anni, si sono notevolmente ridotti. Infatti l'abbandono di certi alpeggi come quelli a quote basse o difficilmente accessibili, ha comportato l'avanzata del bosco e in certi casi, alla perdita totale della malga.
L'Unione Montana del Baldo, in collaborazione con i Comuni e con gli stessi malghesi sta operando in modo che l'alpeggio sia gestito sotto molteplici finalita' , ossia economiche, ambientali, paesaggistiche e turistiche. Sul territorio del Baldo, ultimamente, le vacche di razza Frisona, selezionate per un'elevata produzione di latte, stanno lasciando spazio da un lato a vacche da carne come le Aubrac, le Limousine e le Charolaise, dall'altro a vacche da latte più rustiche come la Bruna Alpina e la Pezzata Rossa. Solo tre sono le malghe pascolate con pecore (Malmaor, Cerbiolo, Novezza).
Dei Baiti (ricordo che la malga è il complesso territoriale formato da pascoli, prati, boschi ed edifici) vanno evidenziati due aspetti fondamentali: l'architettura semplice e al tempo stesso molto razionale e i materiali utilizzati. Gli edifici, come pure i muretti e le casare, venivano infatti costruiti con materiale calcareo raccolto sul posto così da risultare armonicamente inseriti nel contesto del paesaggio. Le caratteristiche vele, come vengono definiti i baiti montebaldensi, nascono nel settecento e seguono una precisa modalita'  di costruzione. Gli edifici sono su di un poggio, in posizione normale al pendio, in zona ben ventilata. La struttura è composta di due stanze: il logo del fogo dove si trova il camino in cui veniva lavorato il latte e che fungeva da ricovero del malghese essendo riscaldato ed il logo del late, di forma semicircolare e posto verso valle. La funzione di questa stanza era infatti quella di mettere a riposare il latte appena munto in recipienti chiamati mastele, per favorire l'affioramento del grasso. La forma semicircolare, unita alla presenza di finestrelle a feritoia favoriva l'ingresso di una maggior quantita'  d'aria evitando la troppa luce che avrebbe irrancidito il latte. Dagli anni sessanta in poi si è assistito ad un progressivo abbandono di questi baiti ed ultimamente, a causa anche delle rigide norme sulla lavorazione del latte, non viene più prodotto formaggio in malga. Tuttavia l'interesse dimostrato anche dal mercato per i prodotti tipici e le produzioni di nicchia fa ben sperare in una ripresa delle vecchie tradizioni casearie del Baldo.


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